Contadino, nato a Mairano Prevedizio (BS)) il 6 settembre 1882. Ferrari prende parte alla grande guerra in fanteria e poi con il genio telegrafisti.L'11 luglio 1909 si sposa ad Azzano Mella con Giulia Margherita Chiorzi; la coppia avrà 8 figli, una famiglia numerosa, norma e non eccezione nella vita contadina di allora. "Di idee antifasciste - racconta Andrea Andrico dell'Anpi bresciana - e per questo guardato di malocchio dal regime dovette continuamente spostarsi da una cascina all'altra per trovare lavoro". Nel 1936, il trasferimento nel pavese, in cerca di un'occupazione meno precaria. Ma anche qui i fascisti locali lo prendono di mira. E quando, durante la lotta di Liberazione, quattro figli (Giuseppe il secondogenito, Battista, Giovanni Palmiro e Angelo) aderiscono alla Resistenza, i repubblichini non si dimenticano certo di lui. Il 15 agosto del '44 fanno irruzione nella sua abitazione a Cascina Bellaria (zona San Pietro di Pavia). Giovanni viene trascinato fuori con i famigliari, ammanettato, picchiato e spinto contro un muro di cinta insieme alla moglie e ai figli minorenni Pietro e Regina di 16 e 10 anni. I fascisti minacciano di passare tutti per le armi, Giovanni si sacrifica e offre la sua vita in cambio di quella dei suoi cari. "L'eccidio di papà Giovanni - ricorda ancora Andrico - ha segnato per sempre la famiglia Ferrari. Anche perchè il processo intentato nel dopoguerra mandò impuniti i carnefici di questo ignobile e vile omicidio". La lapide in memoria, posata nel 1989, è stata vandalizzata due volte nel 2019 e nel 2020. Comune e Anpi l'hanno fatta restaurare: Pavia, 78 anni dopo, non dimentica. (Fonte: Roberto Lodigiani - La Provincia Pavese 01 ottobre 2022)