Contadino, nato a Montù Beccaria il 1° luglio 1901 e residente a Montù Beccaria. Fu sempre molto attivo nel lavoro clandestino: la sua casa era meta sicura per giovani renitenti e antifascisti. In seguito ad una delazione fu costretto, malgrado la non più giovane età, ad abbandonare la casa che venne saccheggiata e distrutta dai fascisti e a raggiungere i figli Cornelio e Giovanni che, giovanissimi, militavano nella Brigata Matteotti. La sua fu una famiglia di antifascisti: il padre Antonio era un vecchio socialista montemartiniano che aveva avuto la casa devastata dai fascisti e, nel periodo in cui fu assessore del Comune di Montù Beccaria, subì più volte violenze; anche la bandiera della Sezione Socialista che egli teneva in casa, venne bruciata dai fascisti nel cortile della sua abitazione (Testimonianza di Cesare Pozzi  (Fusco)). Fu nominato commissario del distaccamento Francescotti di stanza a Montelungo di Carmine dove Bellarosa si adoprò instancabilmente. Il 23 novembre 1944, proprio all inizio del grande rastrellamento nell Oltrepò Pavese, Volpe alla testa dei suoi andò all attacco dei tedeschi che salivano la Val Ghiaia, sottostante la sua posizione. Colpito da una raffica cadde gravemente ferito e, benchè morente incitava i suoi figli che lo assistevano e i suoi partigiani a non desistere dal contrastare il nemico con ogni mezzo. Fu proposto dal Comando di Brigata per la Medaglia d Oro al V.M.; gli fu conferita quella di Bronzo. Alla costituzione della Divisione, l 11 aprile 1945, a Cesare Bellarosa fu intestata una brigata composta in buona parte da combattenti slovacchi e comandata da Angelo Comaschi (Génar) e da Michel Sagat (Micio). La salma riposa nel Monumento funebre al Partigiano eretto nel cimitero di Montù Beccaria. (fonte:I Caduti della Divisione Matteotti Valle Versa Dario Barni - Bruno Meriggi)