PIETRE D'INCIAMPO
 
Pieragostini Raffaele
di anni 45
 

Nato a Sampierdarena (Genova) il 3 marzo 1899, ucciso a Bornasco (Pavia) il 24 aprile 1945, operaio, Medaglia d'oro al valor militare alla memoria. Inizia a lavorare sin da piccolo in una azienda metallurgica, partecipando alle lotte operaie e all'attività politica. Dopo il servizio militare, riprese una sempre più attiva partecipazione alla lotta politica, aderendo nel 1922 al PC, continuando in clandestinità dopo le leggi eccezionali. Dopo il 25 luglio 1943, ritorna a Genova, dove riorganizza la Federazione comunista genovese e collabora alla creazione delle prime formazioni partigiane liguri. Sarà vicecomandante militare del CLN della Liguria. Viene arrestato a Genova il 27 dicembre 1944 e torturato dalle SS nella ""Casa dello studente"", ma Raffaele Pieragostini non parlerà. Poco prima dell'insurrezione di Genova, i tedeschi lo prelevano dal carcere di Marassi per condurlo in Germania. Tenta di fuggire, a Pavia, ma viene ucciso con una raffica di mitra da un sottufficiale delle SS. Dalle cronache dell'epoca il ricordo dell'eccidio sulla Vigentina (http://ricerca.gelocal.it/laprovinciapavese/archivio/laprovinciapavese/2006/04/20/PC7PO_PC705.html) Il convoglio, destinato a raggiungere il campo di concentramento di Bolzano, arrivò a Pavia attorno alle 7 del 24 aprile e dopo una breve sosta riparti per Milano seguendo la strada Vigentina. Nelle vicinanze di Bornasco il convoglio fu avvistato da aerei alleati e, prima che fosse attaccato, i tedeschi abbandonarono la corriera per mettersi in salvo imponendo ai detenuti di non allontanarsi dal mezzo. Non appena gli aerei iniziarono a mitragliare, due prigionieri, Raffaele Pieragostini, partigiano comunista, e l'anarchico Rinaldo Ponte, balzarono fuori dalla vettura. Il sergente SS Langmann, accortosi del tentativo di fuga, non esitò a freddarli con una scarica di colpi. Nel frattempo un nuovo raid aereo investi la colonna colpendo a morte il generale di brigata Cesare Rossi, il maggiore GiovanBattista Stallo, il dottor Renato Negri, seguace del partito d'azione, e Giovanni Napoli. Quel momento di particolare tragicità fu l'occasione propizia per 9 prigionieri di darsi alla fuga mentre altri 10 rimasero nelle mani del nemico. In un'osteria di Pontelungo, di proprietà di Giuseppe Uggè, ricevettero i primi soccorsi assistiti da don Achille Boggioni e dal medico Carlo Casalino. Il convoglio riparti e alle prime luci dell'alba del 25 giunse al carcere di San Vittore dove vi fu uno scambio di prigionieri con le formazioni partigiane. Il gruppo degli scampati volle tornare sul luogo dell'eccidio dove, il giorno 27, si stava preparando la cerimonia per omaggiare i caduti. I nazisti avevano impartito drastiche disposizioni alla popolazione di Bornasco perchè le salme fossero gettate in una fossa comune. E invece i cittadini, pur temendo rappresaglie, raccolsero i cadaveri e li composero in casse di legno acquistate con i fondi di un'improvvisata sottoscrizione popolare. I resti dei caduti, il 4 maggio, tornarono a Genova dove a Palazzo Ducale fu allestita la camera ardente che divenne meta, secondo le cronache del tempo, di un incessante pellegrinaggio popolare.

 
 
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RICORDATO NEI SEGUENTI LUOGHI:
 
Bornasco - Str. Provinciale 205
Monumento posto sul luogo dell'eccidio sulla strada provinciale 205 (Vigentina) nel comune di Bornasco (PV)....
 
Coordinate GPS del Luogo del Ricordo:
+45.273033, +09.211566
+45°16'22.92
+45°16.382’, +09°12.694’
 
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Elenco Caduti