PIETRE D'INCIAMPO
 
Val di Nizza - Piazza del Municipio
 
 
 

Domenica 13 aprile 2025 è stata posata una Pietra di Inciampo in memoria di Emilio Benito Rossotti in prossimità del Monumento posto nel piazzale antistante il municipio di Val di Nizza all incrocio tra la s.p.7 e la s.p. 155. Alla cerimonia erano presenti i parenti di Benito Rossotti, il rappresentante dell ANED Pavia, il Presidente dell A.N.P.I Provinciale Pavia, sig. Santino Marchiselli, Il Presidente della Sezione A.N.P.I. Val di Nizza, dott. Carlo Schiavi, il Sindaco di Val di Nizza, sig. Franco Campetti e un sacerdote invitato dai famigliari che ha impartito la benedizione della Pietra prima della posa, oltre ai rappresentanti di alcune Sezioni A.N.P.I. e altre Associazioni. Tutti i citati presenti hanno rivolto parole di ricordo, anche toccanti, in ricordo del sacrificio di Rossotti e di quanti altri nella Comunità di Val di Nizza in particolare, hanno sacrificato la vita per la democrazia e la libertà. Un particolare apprezzamento va riconosciuto al Presidente della Sezione A.N.P.I. Val di Nizza, Carlo Schiavi, che ha saputo raccogliere attorno a questo evento alcune centinaia di presenti, ospitandoli poi per una - risottata- allietata anche dal gruppo musicale locale dei Bataquerch. Durante il convivio è intervenuto anche il responsabile organizzativo Grandi Eventi A.N.P.I. di Milano, sig. Ivano Taietti che ha ricordato l importanza della partecipazione a Milano alla prossima manifestazione del 25 Aprile e a quella successiva, organizzata dall A.N.P.I. Milano il prossimo 14 luglio, all interno del castello sforzesco.

Pubblichiamo qui sotto il discorso tenuto in questa occasione dal Presidente provinciale A.N.P.I., Santino Marchiselli:

Buongiorno. sono onorato di portare il saluto in nome di ANPI Povinciale Pavia:

 al Sindaco di Val di Nizza, Franco Campetti

alle autorità civili, militari e religiose,

ai famigliari di Benito Rossotti  

all ANED provinciale  

alla sezione Anpi Val di Nizza e al suo presidente Carlo Schiavi

alle delegazioni Anpi e di tutte le altre associazioni 

a tutte le persone presenti oggi, per la posa della Pietra di Inciampo in memoria del Partigiano Benito Emilio Rossotti, deportato, morto a 21 anni il 13 aprile di ottant’anni fa nel lager tedesco di Wels, sottocampo di Mauthausen.

Ideatore del progetto Pietre di Inciampo è l artista tedesco Gunter Demnig. nato a Berlino nel 1947, l artista per spiegare la propria idea, ha fatto proprio un passo del Talmud: 

Una persona viene dimenticata, soltanto quando viene dimenticato il suo nome. 

Le Pietre di Inciampo, (Stolperstein in tedesco), sono il più vasto memoriale diffuso in Europa dedicato alle vittime della Shoah e della persecuzione nei confronti delle minoranze etniche e religiose, degli oppositori politici, degli apolidi, degli asociali, dei disabili, poste in atto dal governo nazista con la collaborazione di tutti i governi fascisti europei, tra cui, in modo particolare quello italiano.

Il progetto delle Pietre di inciampo è in continua evoluzione e dal 1992 ne sono state posate in Europa oltre 100.000, in Italia sono oltre 2.000 e, nella nostra provincia quest’anno arriveremo a 57 a fronte di 270 deportati sinora censiti.  

La Pietra di Inciampo è un sampietrino di 10 x 10 cm. ricoperto da una placca di ottone, Sulla placca, sono riportati: nome, cognome, data di nascita, data dell arresto e luogo di detenzione, giorno della deportazione, data e luogo di morte del deportato. Quest ultimo corrisponde al campo di concentramento o di sterminio, dove la vittima fu condotta al tempo della soluzione finale.

Le Pietre di Inciampo sono individuali: un sanpietrino, un nome, una vittima. In una pietra è racchiusa tutta una vita di una singola persona.

Cosa ci invitano a fare le Pietre di inciampo? Stai camminando e -inciampi- in una pietra di strada diversa dal resto. Inciampando guardi in basso, e vedi qualcosa d’insolito. È un inciampo non fisico ma mentaleTi abbassi, compiendo il gesto di andare verso qualcosa e scopri la storia di una persona. Un essere umano che i nazisti e i loro collaboratori fascisti volevano eliminare per sempre dai loro territori.

Secondo ADACHIARA ZEVI, curatrice del progetto nazionale italiano sulle Pietre di Inciampo, alla domanda - cosa le rende così uniche rispetto agli altri monumenti e memoriali? – così risponde:

–                La discrezione e la assenza di retorica. Il sampietrino non emerge ma si interra, non si impone ma vi si inciampa casualmente. La memoria non è esiliata nel monumento ma sollecitata dalla scrittura, il più concettuale tra i mezzi di espressione. Un  contro monumento.

–                L integrazione urbana. A dispetto della loro discrezione, le Pietre di Inciampo, una volta installate, diventano parte integrante del tessuto urbano, della sua toponomastica.

–                La diffusione. Le Pietre di Inciampo sono legate a luoghi precisi, generalmente le case dei deportati, ma sono estremamente diffuse.

–                L intreccio tra passato e presente, condizione di ogni elaborazione della memoria non meramente commemorativa e rituale. Chiunque inciampi oggi in un sampietrino non può non soffermarsi, riflettere e interrogarsi su ciò che è stato e su ciò che potrebbe riaccadere, magari sotto altre spoglie.

–                L intreccio tra individuo e collettività. Gli Stolpersteine sono tutti uguali. Come le lastre tombali al Mausoleo delle Fosse Ardeatine a Roma, indicano un tragico destino comune. Ma gli Stolpersteine sono anche tutti diversi, perché dedicati ai singoli deportati. Restituiscono dignità di persona a chi è stato ridotto a numero, offrono un luogo, dove ricordare chi è finito in cenere o in una fossa comune.

–                L intreccio tra memoria privata e memoria pubblica. La richiesta di installare i sampietrini parte, di norma, dai parenti dei deportati, oppure da una Associazione, un ente locale; A installazione avvenuta però, ciò che costituiva oggetto di una memoria e di un dolore privati diviene patrimonio della collettività. La responsabilità dei sampietrini, dell installazione non meno che della loro salvaguardia e manutenzione, è appannaggio dei Municipi.

–                Sono contro il revisionismo. Come negare l’esistenza dei campi di concentramento e di sterminio quando, a ogni piè sospinto, si inciampa in una pietra che ricorda chi, e dove è stato annientato?

–                Incrementano la ricerca storica. Il reperimento dei dati relativi ai deportati, l’individuazione delle loro abitazioni, la raccolta delle testimonianze dei famigliari consente di incrementare la ricerca storica scritta e orale, di arricchire e integrare i libri della memoria.

–                Coinvolgono gli studenti.  A loro spetta il compito di ricordare, testimoniare, vigilare e denunciare ogni segnale di intolleranza e di razzismo nei confronti dei diversi.

In conclusione: una Pietra di Inciampo NON E’ UN MONUMENTO FUNEBRE, ma la sua posa è un atto intimo e silenzioso che ristabilisce la continuità della memoria tra i viventi e i morti.

Una Pietra di Inciampoè per Benito Emilio Rossotti, UN IDEALE RITORNO A CASA.

Oggi vogliamo però onorare e ricordare degnamente, oltre che Benito Emilio Rossotti,  di anni 21, contadinopartigiano della Divisione Aliotta,  Brigata garibaldina Crespi, Distaccamento Cosenz, anche Bardone Mario Alberto di anni 20, contadino, partigiano della Divisione Aliotta, Brigata Crespi, Negruzzi Umberto (Berto) di anni 31contadino, partigiano della Divisione Aliotta, Brigata Crespi eSalvatici Silvano, di anni 25 studente universitario, partigiano della Divisione Aliotta, Brigata Casotti, che hanno scelto di battersi contro la vergognosa e criminale dittatura fascista e l occupazione nazista del nostro Paese e per questo hanno pagato con la vita.

Allora dobbiamo fare in modo che le Istituzioni della nostra Repubblica, nata non dimentichiamolo mai, dalla e nella Resistenza e prima ancora nelle carceri e in quel confino a Ventotene da cui uscì, tra i tanti, uno tra i più degni suoi rappresentanti, il Presidente Sandro Pertini, quali la Scuola, le Associazioni, i Partiti, i Sindacati, e tutti i Ciittadini di buona volontà,  si impegnino a far crescere una cultura di Pace in Italia in Europa e nel mondo, nel rispetto dell art.11 della nostra Costituzione, di tolleranza, di rispetto reciproco, di solidarietà, contrastando con fermezza ogni giorno le campagne d’odio, i razzismi vecchi e nuovi, le discriminazioni di ogni tipo, le ingiustizie in campo sociale ed economico, dando così piena attuazione, alla nostra Carta costituzionale democratica e antifascista, nata dalla lotta di Liberazione e dalla Resistenza.  

Grazie per la vostra attenzione.

Santino Marchiselli (Presidente ANPI provinciale Pavia) - Val dii Nizza - Domenica 13 aprile 2025                                                               

 

 

 

 

 
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+44.87783, +09.1649
+44°52.670’, +09°09.894’
 
 
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IN RICORDO DI:
 
Rossotti Benito Emilio di anni 21
Contadino, nato a Val di Nizza il 24 dicembre 1923 e residente a Val di Nizza. Di professione agricoltore, partigiano della brigata garibaldina Crespi, è assegnato al distaccamento Cosenz, comandato dal fratello Luigi, (Lino). Nell’...
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