Ragioniere e studente universitario, nato a Stradella il 30 marzo 1923 e residente a Stradella. Nei primi di giugno del 1944 aderì alla Resistenza entrando a far parte del gruppo di partigiani stradellini guidato da Luigi De Scalzi (Il Colonnello). Quando il reparto, raggiunto il Bosco della Chiesa di Montalto Pavese si divise per diversi orientamente politici, Piero seguì De Scalzi a Romagnese, insieme  con la metà circa dei componenti il gruppo. Fu nella I Brigata G.L. ma alla Liberazione ebbe il riconoscimento nella Matteotti perchè era maturato in lui, come in altri suoi compagni, il proposito di passare a questa formazione. Alla fine di novembre del 1944, ospite del partigiano Secondo Gardella (Gordon) nella sua abitazione di via PO a Stradella, fu sorpreso mentre  passava col compagno Eolo Pinardi (Eolo) nei pressi della stazione ferroviaria della città e catturato da elementi della Brigata Nera guidati da Guido Bergamaschi detto Baléi (Pinardi riuscì a sottrarsi alla cattura con la fuga). Portato subito nell asilo Garibaldi, sede della Brigata nera, fu successivamente associato alle carceri di Broni, nei sotterranei della famigerata Sicherheits.Qui subì violenze e torture perchè rivelasse il nome dei partigiani e la loro dislocazione ma nulla disse: soffrì e non parlò. Verso la fine della sua detenzione gli fu usato un trattamento più umano (Benita  Carrera, ella pure detenuta al Savoia in quel tempo, ricorda che Piero aveva l incarico di portare ogni mattina il vitto ai feriti fascisti ricoverati nell ospedale di Broni ed era facile vederlo passare per le vie del paeseaccompagnato da una giovane guardia armata alla cui sorveglianza non tentò mai di sottrarsi). Fu la paura o la speranza di essere liberato? Si dice che qualcosa potè fare il fratello Giuseppe, allora capitano dell esercito a Torino, tramite il famigerato cap. Setti operante nella Sichrheits bronese. E infine: perchè la fucilazione? Probabilmente influirono su questa estrema decisione i fatti d\\\'arme avvenuti in quelle settimane (vedi la battaglia Cenerin nella quale i fascisti furono duramente battuti) e il blitz della Milanesa, nel quale fu tolto di mezzo  il tristemente noto Gipei; senon, come alcuni propendono, la detenzione in zona partigiana della fascista Luciana Gandini di Broni, prelevata perchè ritenuta una spia e poi rilasciata, proprio in quei tempi. Sta di fatto che il 25 marzo 1945 era prelevato e condotto lungo la strada per Canneto (via Dante Alighieri) e qui veniva fucilato per rappresaglia insieme a Carlo Achilli Giovanni Bellinzona e Celestina Busoni. Giuseppe Guastoni (La Stria), partigiano detenuto nella stessa sede brones, ricorda: - Quel giorno baciai questi poveretti prima che lasciassero la prigione, consapevoli della loro sorte. Un quarto d ora dopo sentii una scarica di armi da fuoco verso la collina e piansi pensando alla loro tragica fine- Sul posto sorge un cippo che ricorda il sacrificio dei quattro giovani. Alla Liberazione il nome di Piero Capitelli fu scritto sulla lapide posta nella parte frontale dell Università di Pavia, sede dei suoi studi. Stradella ha intestato a Piero una strada cittadina e la locale sezione della Democrazia Cristiana porta il suo nome. I resti mortali riposano nel Sacrario dei Caduti Partigiani del cimitero di Stradella. 

(fonte:I Caduti della Divisione Matteotti Valle Versa Dario Barni - Bruno Meriggi)